Il Partito per gli Animali dei Paesi Bassi guida la resistenza contro il trattato commerciale CETA
Molte organizzazioni della società civile hanno espresso la scorsa settimana in un'audizione pubblica - organizzata su iniziativa del Partito per gli Animali - nel parlamento dei Paesi Bassi grandi preoccupazioni per l'accordo commerciale CETA con il Canada. Se il parlamento o il senato voteranno contro il CETA a dicembre, l'accordo di libero scambio sarà abolito e il trattato dovrebbe essere abrogato.
"Oggi è diventato chiaro che esiste una resistenza sociale molto ampia contro il CETA", afferma il capo del partito Esther Ouwehand, presidente della frazione del partito nel parlamento Europeo. "Non solo il movimento ambientalista e gli agricoltori sono contrari al CETA; anche i sindacati, l'Associazione dei consumatori, scienziati e avvocati hanno grandi problemi con il trattato. La politica non può più ignorare questo segnale cristallino della società."
Il CETA è un cosiddetto accordo commerciale "ampio". Il CETA fa sì che gli agricoltori dei Paesi Bassi devono affrontare la concorrenza sleale degli agricoltori canadesi che producono a standard più bassi. I requisiti di benessere degli animali sono più bassi in Canada che in Europa e l'uso di pesticidi è molto più intenso. Il trattato commerciale, come altri trattati commerciali, porta a una corsa verso il basso, anche in agricoltura.
Inoltre, il CETA offre alle multinazionali una protezione giuridica aggiuntiva e il Canada e la Commissione europea decidono in oscuri club consultivi su come adeguare le regole, senza che il Parlamento europeo o i parlamenti nazionali abbiano voce in capitolo. Il CETA rafforza quindi la posizione delle multinazionali nei confronti dei dipendenti e degli altri cittadini. Inoltre, per l'Europa e i vari Stati membri eseguire una propria politica sul clima diventa più difficile.
"Continueremo a fare una feroce opposizione al CETA nelle prossime settimane", dice Ouwehand, che da allora ha ricevuto il sostegno di molti partiti politici nella resistenza contro il CETA.